Dalla cortina fumogena persistente in Puglia, che allinea raccapriccianti pittorelli (di cui qualcuno, purtroppo, ha responsabilità diretta sulla formazione . . . negativa di molti giovani!), emergono alcuni nomi, specialmente operanti fra Taranto e Lecce, che con il loro tenace sforzo per lo svecchiamento dell’arte nella regione, vanno pagando un alto, troppo alto, tributo: tenace sforzo derivante da non gratuita ribellione, ma da esigenza profonda di aggiornamento intesa come conquista lenta e matura.

Dico ciò per accennare a quale situazione culturale bisogna rifarsi per meglio capire la pittura del giovane leccese Fernando De Carlo in arte Nande, nonché per indicare dove, a mio avviso, vada ricercata una chiave non trascurabile per la valutazione delle sue opere. Nande, pur servendosi dei mezzi pittorici tradizionali è vicino ai migliori giovani salentini che perseguono una ricerca autonoma, libera da logori schemi provinciali. Piuttosto introverso, Nande non si lascia suggestionare da facili esibizionismi: nella sua meditazione della sua solitudine affiora la nostalgia di una lezione pittorica che ha la sua lontana ascendenza nella "Scapigliatura lombarda"; nel suo raccoglimento si intensifica uno stato d'animo trasfuso sulla tela attraverso colori piuttosto smorti, che non tradiscono l’indole melanconica dell’autore e che creano immagini avvolte in una certa vaporosità. L’immagine è sempre, in queste tele, la sembianza antropomorfa che allontana il richiamo di una formula astratta pur essendo elaborata fino a trasformarsi in macchia di colore nell’impaginazione controllata e attenta, dominata da una raffinata chiarezza di stile che interviene nel dibattito dell’arte odierna come individuale coscienza poetica, come voce che si riconosce senza indugio.

Nella morfologia di questi dipinti, dove il dato oggettivo si sfalda e la rigidezza plastica si ammorbidisce, domina una scepsi luministica e spaziale e si rivela prepotente il bagliore della vena lirica di Nande.

28 maggio 1968                                                              Salvatore Spedicato