La pittura del  giovane Fernando De Carlo, in arte NANDE, è da ritenersi anticonformista, anche se esteriormente può richiamare l'attenzione a qualche quadro impressionista. Osservando le sue tele, si ha l'impressione di trovarsi di fronte ad un un'opera incompiuta. Questa continua ricerca si manifesta con rappresentazioni improvvise a larghe macchie di colore, talvolta quasi violente. Gli stessi colori rivelano una personalità mai sazia e allo stesso tempo, ricordano la sua formazione giovanile e la sua infanzia. Un'infanzia ed una formazione vissute non certo nell’agiatezza, anche se non nella completa miseria. L’artista ha dovuto lottare e conquistare giorno dopo giorno con sacrifici un'indipendenza di pensiero e di aspirazioni.

I suoi colori sono gettati sulla tela con decisione e rimangono trasparenti, grazie ad un tocco di pennello che lambisce appena la superficie della tela, lasciandone la trama in evidenza. Sono sempre colori smorti che vanno in genere da tinte marroni ad altre rosse e si amalgamano col fondo formando delle sfumature, o escono con impeto, sino a creare zone di maggior luce. Il giallo diventa quasi sempre un’ocra sporco che si accompagna volentieri con zone di grigio. Generalmente è legato a questi colori in armonia con la sua vita interiore e con la sua indole melanconica; tuttavia le sue tele sono piene di una luce, mai fredda e di un calore che colpisce subito l’occhio attento dell’osservatore. Le sue esperienze si distaccano dal tradizionale, in genere dal normale approfondimento di cognizioni artistico-letterarie. Egli ama parlare d'arte ma solo da un punto di vista critico-formativo senza interessarsi di una qualsiasi informazione tecnica.

 

Giugno 1968                                                                     Renato Cascioli