Il tema della sofferenza umana esistenziale e sociale è stato sempre la molla intima che ha stimolato e giustificato la mia ricerca pittorica.
Tale ricerca, credo, trovi una sua validità proprio in questi due lavori "L’incubo” e “L'avvenire", laddove il problema dell’umana condizione trova i due estremi del dramma umano, attraverso i due volti di bambino: l’essere che guarda il vuoto, quasi consapevole del destino del genere umano, e l’essere che pensa e guarda con fiducia nelle sue potenzialità. Insomma, una contraddizione tra l’essere e il dover essere che, secondo me, racchiude in se tutta la vicenda storica umana.
San Pietro in Lama, maggio 1974 Nande
La mia pittura non ha lo scopo di narrare o di descrivere gli aspetti del mondo circostante, bensì di mettere a fuoco particolari, gesti, dettagli semplici, ma significativi; segni visivi, questi, che spesso sfuggono all’uomo d'oggi, che tende sempre più ad una visione globale e generica di tutto ciò che lo circonda.
II mio intento è quello di attirare l’attenzione dello spettatore su alcuni particolari e di sollecitarlo poi, a completare, con l’aiuto della propria impostazione culturale e dell’immaginazione, il contenuto del quadro a suo piacimento, rendendolo, inconsapevolmente partecipe e nello stesso tempo protagonista. In questo modo offro la possibilità di far scoprire quei valori del passato che, purtroppo, la frenesia della vita quotidiana ha completamente occultato.
Nei vari periodi di produzione pittorica i soggetti sono stati vari: sassi, bambini, fiori di campo; di recente soggetti estrapolati da temi sacri, ma il messaggio è sempre lo stesso: recuperare, valorizzare, scoprire.
La tecnica pittorica, apparentemente semplice, è frutto di una attenta ricerca e di un lavoro complesso e laborioso. Essa è finalizzata a riproporre un passato non filtrato, ma piuttosto autentico.
Da "Le stanze della memoria" - Gallipoli, agosto 2002 Nande